Storia - La pesca sbucciata

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Estratti
C’è una Chiesa in ogni città,
capace di unire la gente in Persone.
Esiste un Bosco nelle vicinanze,
capace di trasformare le pietre in Sentiero.
Tra gli alberi si trova un Albero,
nella sua ombra riposa una panchina rossa,
capace di realizzare i Desideri.
Al di sopra bene in alto esiste un Cielo,
capace di trasformare il vento in Nuvola,
così ogni barbone, ogni pesce, ogni uccello,
potrà sentirsi protetto nel suo Viaggio.
In ogni uomo c’e un Fantasma
che lo tiene sveglio nelle notti d’inverno.
Se sarà in grado di trovare la pace con lui,
costui rimarrà tranquillo per sempre,
così che la sua Anima possa trovare un senso.
La pesca sbucciata

Yima il Maestro, con pazienza, mi fece sedere su un sasso arrotondato, in fondo comodo quasi fosse stato modellato a dovere per permettere la comodità di un ascoltatore non distratto. Prima però raccolse un bel po’ di foglie dal terreno circostante, ne fece un mucchietto e lo pose sul mio sasso per renderlo ancora più comodo. Questo gesto mi fece presagire che sarei stato lì seduto un bel pezzo, forse, e che non avrei dovuto essere avaro di pazienza.
Si sedette a sua volta su un altro sasso ma senza metterci le foglie, probabilmente era abituato da sempre ad appoggiarsi su superfici dure e scomode. Prese un bastone e inizio a fare tanti piccoli buchi sul terreno asciutto e secco, mezzo sabbioso ma costituito più da terriccio misto a muffa grigia che sembrava cenere. Osservai questi buchi, della dimensione della punta del bastone, eseguiti a caso come fossero tante stelle, alcuni leggeri e altri più profondi e decisi.
Si fermò e rimase in silenzio osservando la sua opera. Anch’io rimasi in silenzio, conoscevo il suo modo di comunicare insegnamenti, i suoi lunghi silenzi per lasciare che la mia mente lavorasse e mettesse in azione una serie di sensazioni o emozioni, esperienze che dovevano, a suo dire, arrivare prima delle parole. Mi piacevano quelle stelle punteggiate sul terreno ma niente di più, non ne capivo ancora il significato.
«Guarda» mi disse, e attese ancora.
Come la pioggia, lasciai scivolare questi momenti ed evitai accuratamente di compiere qualsiasi azione, avanzando come un funambolo cosciente dell'importanza di andare al passo, lasciando il galoppo ai cavalieri impazienti.

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